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Palazzo Petschek (Petschkův palác - Pečkárna)

Questo monumentale edificio neoclassico venne fatto edificare tra il 1923 ed il 1929 dal Dr. Julius Petschek (banchiere praghese e capo del consiglio finanziario) per le esigenze della propria banca. Subito dopo l'occupazione nazista di Praga, nel 1939, l'edificio venne preso in consegna dalla Gestapo. Qui, migliaia di cechi vennero interrogati e torturati. Poco dopo la guerra, nel seminterrato dell'edificio è stato collocato un memoriale.

  • Monumenti e architettura
  • palazzo
  • stili storicizzanti
  • visita guidata

Informazioni pratiche

ex camera di tortura della Gestapo
il memoriale è accessibile per gruppi di 5 – 20 persone solo su prenotazione per via e-mail:pamatnik.peckarna@seznam.cz

 

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Contatti

  • Palazzo Petschek (Petschkův palác - Pečkárna)
  • Politických vězňů 20
  • 110 00 Praha 1 – Nové Město
  • +420224261508

La storia dell'edficio

Palazzo Petschek (dei Petschek, Pečkárna)

Il monumentale edificio neoclassicista all’angolo tra la via dei Prigionieri politici (Politických vězňů) e via Washington fu fatto costruire dal banchiere e consigliere finanziario capo praghese dott. Julius Petschek per le esigenze della sua banca chiamata Bankovní dům Petschek a spol. Fondò la banca nel 1920 insieme al figlio Walter P., poi con Isidor P. e con i suoi quattro figli. La nascita dell’azienda è dovuta in tutto a sette uomini della famiglia Petschek i quali la rappresentavano. Alla famiglia Petschek apparteneva anche la maggior parte delle miniere di carbone della Boemia settentrionale. Il palazzo fu costruito negli anni 1923 - 1929 secondo il progetto dell‘architetto Max Spielmann, i lavori di costruzione furono eseguiti dalla ditta dell‘ingegnere A. Krofta. L’edificio ha una storica facciata neobarocca. Tutte le strutture sono in calcestruzzo armato, la parte bassa della facciata è ornata con granito, più in alto con travertino. Durante la costruzione furono usate per la prima volta a Praga gru mobili per il trasporto dei materiali da costruzione. Il palazzo ha due seminterrati, un mezzanino e quattro piani, l’ultimo dei quali è inserito nel tetto mansardato obliquo coperto con rame, ascensori e paternostri. Tutti i piani del palazzo sono attraversati da una scalinata a tripla rampa. Le originali finiture di lusso degli interni non si sono conservate. La decorazione più impegnativa si trova al primo ed al secondo piano dell’ala principale del palazzo, si tratta di soffitti in intonaco e di pannellatura in legno delle pareti. Nei seminterrati c’erano grandi cassaforti della banca inserite nella spessa muratura in calcestruzzo. Erano talmente sicure che nessuno ha mai tentato di svaligiarle. Negli anni ´30 fu annessa al nuovo palazzo una casa classicista ad angolo in via Washington secondo il progetto dell‘ingegnere A. Krofta. L’edificio era ben attrezzato, il riscaldamento e la climatizzazione di ogni ambiente era gestito dalla sala macchine mediante comandi telefonici, c’era anche una centrale telefonica, una stamperia, una posta pneumatica e alcuni garage.
La famiglia Petschek vendette in tempo tutta la sua proprietà allo stato cecoslovacco e prima dell’arrivo dei nazisti emigrò all‘estero. La Gestapo (Geheime Staatspolizei, Polizia segreta di Stato) si appropriò dell’edificio nel 1939 e, da qui, seminò per sei anni il terrore contro la popolazione ceca. Migliaia di patrioti cechi furono qui interrogati e torturati, la maggior parte di loro proveniva dal carcere di Pankrác. Aspettavano il loro turno nella stanza detta cinema. Dopo l’arrivo del protettore del Reich Reinhard Heydrich, nell’edificio, fu istituita la corte marziale, che decideva della sorte dei patrioti e li mandava nei campi di concentramento. Molti di loro soccombettero agli orrori delle torture fisiche. (La sala torture della Gestapo si trovava nella camera numero 102 situata al primo piano). Nella parte seminterrata del palazzo è stata installata una targa commemorativa della resistenza antifascista. Sulla targa ci sono le parole: Perché ricordiamo la storia turbolenta e le aspre lotte del passato? Perché amiamo il futuro (Proč se vracíme k pohnutým dějinám a urputným zápasům minulosti? Protože milujeme budoucnost.).
All’angolo del palazzo si trova una targa commemorativa in bronzo di Jiří Prádler con la figura di un uomo, opera dello scultore Zdeněk Vodička con il testo: "1939 - 1945. Hanno qui combattuto, sofferto e sono qui morti i combattenti per la libertà della nostra patria. Non dimenticheremo mai i loro monumenti e rimarremo sempre fedeli al loro messaggio. Sii vigile, o popolo!" (1939 - 1945. Zde bojovali, trpěli a umírali bojovníci za svobodu naší vlasti. Nikdy nezapomeneme jejich památky a zůstaneme vždy věrni jejich odkazu. Lidé bděte!). Nel dopoguerra il palazzo fu adattato alle esigenze del ministero del commercio estero, oggi vi si trova la sede di una parte del ministero del commercio e dell‘industria.
È un monumento culturale nazionale dal 1989.

 

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Information source: Český svaz bojovníků za svobodu