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Il Ponte Carlo (Karlův most)

È il ponte più antico ed importante di Praga. La sua costruzione, commissionata da Carlo IV, iniziò nel 1357 e si concluse nel 1402. Su entrambi i lati è fortificato da delle torri (la più piccola delle Torri del Ponte della Città Piccola risale al XII secolo, mentre la torre più alta è di 300 anni più giovane). La porta di accesso al Ponte Carlo dalla Città Vecchia, considerata la più bella porta gotica d’Europa, fu terminata prima del 1380. Dal 1683 al 1928, il ponte è stato adornato con 30 statue di santi.

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  • Il Ponte Carlo (Karlův most)
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Programma

La storia dell'edficio

I precursori del ponte Carlo

In origine, nel luogo in cui ora si trova il ponte, c’era una passerella fatta di tronchi di legno legati tra loro. Nel X secolo venne già menzionato un ponte di legno che però veniva messo in pericolo da ogni inondazione, perciò, intorno al 1170, Vladislav II fece costruire un ponte di pietra, che venne chiamato ponte di Giuditta e che nel 1342 fu distrutto da un’inondazione. Il ponte deve il nome alla colta ed energica moglie di Vladislav II, alla quale si deve probabilmente anche la sua costruzione. Dell’antico ponte si è conservato sino ad oggi un rilievo romanico che si trova all’interno della torre del ponte della Città Piccola (raffigura una persona seduta, forse un sovrano, che consegna un documento ad un uomo inginocchiato – esistono varie opinioni che spiegano di quali personaggi e di quale evento si potesse trattare). Nell’avancorpo angolare del monastero dei cavalieri con la croce rossa si trova la torre del ponte della Città Vecchia, risalente al XIII secolo e, sotto la facciata del monastero si è conservata l’arcata marginale del versante della Città Vecchia (nell’odierna galleria). Altri resti delle arcate si trovano nelle cantine di alcune case in via U Lužického semináře. Anche la testa del Barbuto, che oggi possiamo vedere sulle mura del lungofiume della Città Vecchia, in origine si trovava sul ponte di Giuditta, probabilmente sulla prima arcata della Città Vecchia e, veniva utilizzata per misurare il livello dell’acqua. Presso la colonna vinicola di San Venceslao, situata all’angolo della chiesa di San Francesco, si può vedere com’era la pavimentazione del ponte.

Il ponte Carlo (Ponte di pietra, Ponte di Praga)

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(il nome ponte Carlo cominciò ad essere utilizzato solo intorno al 1870, su suggerimento di K. H. Borovský) è il più antico ponte di Praga tra quelli che si sono conservati sino ad oggi.

La prima pietra fu posta da Carlo IV alle 5:31 del mattino del 9/7/1357.
Questa ora e data non furono scelte a caso: se scriviamo i numeri nel modo seguente: 1 3 5 7 (anno) 9 (giorno) 7 (mese) 5 3 1 (ora), otteniamo una scala crescente e decrescente il cui culmine è il numero 9:



Ci sono altre analoghe circostanze magiche riguardanti il ponte Carlo e, attualmente, si possono conoscere in un film, che viene trasmesso nella torre del ponte della Città Vecchia.
La costruzione del ponte venne affidata a Petr Parléř, anche se si concluse completamente solo dopo la sua morte, all’inizio del XV secolo. Il ponte è formato da blocchi di pietra arenaria, è lungo 515,76 m e largo 9,5 m (era uno dei ponti più possenti dell’epoca), poggia su 16 arcate le cui dimensioni variano da 16,62 a 23,38 metri. Venne distrutto più volte dalle inondazioni, come nel 1432 (distrutti 5 pilastri), nel 1784 e, soprattutto, nel 1890, quando il legname portato dal corso superiore della Moldava distrusse 2 pilastri e 3 volte.
Nel 1723, sul ponte, venne installata l’illuminazione con lanterne ad olio. La scalinata che conduce all’isola di Kampa venne edificata nel 1844 al posto di una vecchia scalinata risalente al 1785. Nel 1833, i marciapiedi usurati ai lati del ponte furono sostituiti da marciapiedi in lastre di ferro munite di incavi antiscivolo.

Il trasporto sul ponte Carlo
Dal 1883, il ponte iniziò ad essere attraversato da un tram trainato da cavalli, che nel 1905 fu sostituito dal tram elettrico. Per fare in modo che i cavi del tram non rovinassero l’aspetto artistico del ponte, František Křižík ideò una soluzione che consisteva nel far passare i cavi attraverso la pavimentazione del ponte. Questi veicoli, però, facevano tremare tutto il ponte a causa del loro peso; così, nel 1908, vennero sostituiti dagli autobus. Neanche questi, però, furono la soluzione giusta; così, l’anno dopo, il servizio venne nuovamente sospeso e ripristinato solo nel 1932 grazie all’utilizzo di autobus su pneumatici. Il trasporto pubblico rimase in servizio fino alla seconda guerra mondiale, mentre il trasporto automobilistico cessò nel 1965.

La torre del ponte della Città Vecchia
Così come il ponte, anche la torre del ponte della Città Vecchia fu costruita dall'officina di Parléř; la parte inferiore sorse mentre Carlo IV era ancora in vita, perciò la sua statua in posizione seduta, che fa parte della decorazione, raffigura l’aspetto reale del sovrano. La seconda figura seduta è Venceslao IV, mentre tra loro si erge San Vito – patrono del ponte.
Nella parte superiore, che rappresenta la sfera celeste, si trovano San Procopio e San Sigismondo. In origine, la ricca decorazione scultorea si trovava anche sulla parte rivolta verso la Città Piccola, ma venne distrutta nel 1648 da un tentativo fallito da parte degli Svedesi di stringere d’assedio il ponte (questo fatto viene ricordato da una scritta su una targa commemorativa di B. Spinetti). Qui si combatté anche nel 1420, quando questo luogo fu attraversato dagli Ussiti che marciavano verso la Città Piccola, e, per l’ultima volta, nel 1848, l’anno delle rivoluzioni.
Qui, dal 1621, in segno di monito, vennero appese per alcuni anni le ceste con le teste di 12 signori giustiziati in piazza della Città Vecchia. (per ulteriori informazioni, vedi il documento a parte)

La torre del ponte della Città Piccola
La torre più piccola faceva già parte del ponte di Giuditta. L’aspetto odierno è rinascimentale e risale al 1591, quando, in seguito ad un incendio, la torre fu ricostruita ed abbassata. La torre più grande venne edificata al posto di una torre più vecchia nella seconda metà del XV secolo, sotto il regno di Giorgio di Poděbrady.
La porta tra le torri risale all’inizio del XV secolo. (per ulteriori informazioni, vedi il documento a parte)

I gruppi di statue
Sul parapetto del ponte si trovano 30 statue e gruppi di statue, la maggior parte delle quali risalgono ad un periodo compreso tra il 1706 ed il 1714. Nel XIV secolo, venne collocata qui la prima croce ed entro il 1503, venne edificata anche la statua chiamata Bruncvík, della quale si è conservato solo il piedistallo che oggi si trova nel Lapidario del Museo Nazionale. Sul luogo originario c’è una copia del piedistallo ad opera di Ludvík Šimek, che ha creato anche la figura del cavaliere. La scultura più antica ad aver conservato sino ad oggi l’aspetto originario è la statua di San Giovanni Nepomuceno, risalente al 1683, mentre la più recente è il gruppo di statue dei Santi Cirillo e Metodio, qui collocato nel 1928.
Le statue e i gruppi di statue che in seguito vennero distrutti dalle inondazioni o che furono danneggiati dagli agenti atmosferici (e quindi restaurati) furono sostituiti con copie ad opera di artisti contemporanei, mentre gli originali vennero portati al Lapidario del Museo Nazionale o nella sala Gorlice a Vyšehrad. La maggior parte delle statue è in pietra arenaria, solo la statua di San Filippo Benicius è in marmo e, le statue della Santa Croce (il Calvario) e di San Giovanni Nepomuceno sono in bronzo.

Sul LATO SINISTRO del ponte, in direzione della Città Piccola, ci sono queste statue:

Sant’Ivo - autore Matyáš Bernard Braun, realizzata su richiesta della facoltà di giurisprudenza (1711); sul ponte si trova una copia del 1908 ad opera di František Hergesel junior, l’originale si trova nel Lapidario del Museo Nazionale.
Sant’Ivo è il patrono degli avvocati; la scultura raffigura una vedova con dei bambini che alza lo sguardo verso il santo, che li ha difesi in tribunale. Alla sua destra c’è la Giustizia con la spada e gli occhi bendati.

Santa Barbara, Santa Margherita e Santa Elisabetta - autore Jan Brokof con un grande contributo di suo figlio Ferdinand Maxmilián (1707). Al centro del gruppo scultoreo si trova Santa Barbara, a destra Santa Margherita e a sinistra Santa Elisabetta. Il gruppo scultoreo delle “sante vergini” fu realizzato a spese del consigliere imperiale Jan Václav Obytecký di Obytec (Santa Barbara lo doveva proteggere da una morte improvvisa). Il suo stemma si trova sul piedistallo sotto la statua di Santa Margherita, mentre sotto la statua di Santa Elisabetta si trova lo stemma della moglie. Sul ponte si trova una copia.

La Pietà - autore Emanuel Max (1859); raffigurazione classica – sul grembo della madre giace il corpo di Gesù, a destra c’è Maria Maddalena, al centro San Giovanni. Il gruppo scultoreo è stato ordinato dal comune di Praga e pagato con i soldi ottenuti grazie ad una colletta popolare. Nel XV secolo, qui c’era un capitello e nel 1695 venne collocata la Pietà di Jan Brokof, che nel 1848 venne danneggiata da alcuni spari, così, nel 1859, fu trasferita nel cortile dell’ospedale Pod Petřínem.

San Giuseppe con Gesù - autore Josef Max (1854); in origine (dal 1706), qui c’era una statua dal motivo analogo ad opera di Jan Brokof, che però venne danneggiata dagli spari, così come la Pietà adiacente, e quindi portata al Lapidario del Museo Nazionale. La statua di Max fu realizzata a spese del mercante Josef Bergmann.

San Francesco Saverio - autore Ferdinand Maxmilián Brokof (1711); è considerata l’opera più preziosa di Brokof tra quelle che si trovano sul ponte, nonostante questi l’abbia creata a soli 23 anni. L’aspetto di Brokof viene raffigurato dalla statua del giovane in piedi sotto la mano del santo che tiene una croce. La parte inferiore del gruppo di statue è formata da figure di personaggi provenienti dai paesi esotici nei quali San Francesco svolse la sua attività missionaria - un Cinese, un Tartaro, un Moro e un Indiano, i quali portano una tavola sulla quale si erge San Francesco. La statua inginocchiata davanti a San Francesco raffigura un principe pagano che sta per ricevere il battesimo. Questo gruppo di statue, così come quello che si trovava di fronte in origine (un gruppo monumentale raffigurante Ignazio di Loyola, ad opera dello stesso autore), cadde in acqua insieme ad una parte del ponte durante l’inondazione del 1890. Nel 1913 venne ricollocata una copia ad opera di Čeněk Vosmík; l’originale, invece, si trova nel Lapidario del Museo Nazionale, così come i resti del gruppo di statue di Sant’Ignazio. Entrambi i santi furono dei gesuiti importanti e Sant’Ignazio fu il fondatore di quest’ordine.

San Cristoforo - autore Emanuel Max (1857). In origine, qui c’era una postazione per la guardia che, durante l’inondazione del 1784, precipitò in acqua trascinando con sé anche le sentinelle. Cristoforo era un uomo forte che proveniva da Canaan. Serviva Dio portando sulle proprie spalle i pellegrini sull’altra sponda di un fiume impetuoso. Una volta trasportò anche Gesù Cristo in persona, che aveva preso le sembianze di un bambino – questo fatto viene raffigurato dal gruppo scultoreo (in greco, il nome Cristoforo significa “colui che porta Cristo”). San Cristoforo è il patrono dei viaggiatori, dei marinai e dei navigatori e li protegge dalle tempeste e dall’acqua.

San Francesco Borgia - autore Ferdinand Maxmilián Brokof (1710); la figura principale rappresenta il terzo generale dell’ordine dei Gesuiti, che proveniva dalla famosa famiglia catalana dei Borgia, e ai suoi lati è completata da due angeli che portano l’eucarestia e i quadri raffiguranti la Madonna. Nella parte inferiore del piedistallo ci sono il suo elmo (era un soldato), una corona (prima di diventare sacerdote era viceré di Valencia) e la berretta cardinalizia. La parte inferiore del piedistallo porta lo stemma del burgravio Francesco di Collet.

Santa Ludmilla con il piccolo Venceslao - autore Matyáš Bernard Braun (dopo il 1720); in origine, qui c’era la statua di San Venceslao vincitore, con due angeli ai suoi fianchi (opera di Ottavio Mosto del 1695 – 1701), che però, durante l’alluvione del 1784, cadde nella Moldava. Fu sostituita con la statua di Braun, che in origine si trovava sulla rampa del Castello. Santa Ludmilla tiene nella mano sinistra il velo con il quale fu strangolata, mentre con la mano destra indica la Bibbia tramite la quale il piccolo Venceslao sta imparando a leggere. Sul rilievo del piedistallo viene raffigurata l’uccisione di Venceslao. Il torso della statua di Mosto si trova nel Lapidario del Museo Nazionale, mentre alcune altre sue parti sono state ripescate dal fondo della Moldava nel 2004. Anche l’originale della statua di Santa Ludmilla è stato portato nella sala Gorlice a Vyšehrad, mentre sul ponte c’è una copia di J. Kačer e M. Kačerová del 1999.

 

San Francesco Serafino - autore Emanuel Max (1855); in origine, qui c’era una statua barocca del santo ad opera di František Preiss (oggi si trova davanti alla chiesa cappuccina di San Giuseppe, in Piazza della Repubblica). Il gruppo scultoreo odierno fu fatto realizzare dal conte František Kolowrat - Liebštejnský per ricordare il salvataggio dell’imperatore Francesco Giuseppe I durante l’attentato del 1853. San Francesco è il fondatore dell’ordine mendicante dei francescani e a lui risalgono anche le origini della tradizione del presepe (fatto per la prima volta nel Natale del 1233). Su questo gruppo di statue, il santo viene raffigurato con addosso la tipica veste dell’ordine e con due angeli - serafini ai suoi fianchi.

San Vincenzo Ferreri e San Procopio - autore Ferdinand Maxmilián Brokof (1712); il gruppo scultoreo raffigura il sacerdote domenicano Vincenzo (che proveniva dalla ricca famiglia Ferreri di Valencia) mentre sta resuscitando un defunto nella bara e con la mano alzata scaccia il demonio dal corpo di un uomo posseduto. San Procopio, patrono ceco, nonché fondatore e abate del monastero di Sázava, sta cacciando Satana con un bastone. Sul piedistallo ci sono tre cariatidi – i busti di un saraceno e di un ebreo, convertiti al Cristianesimo da San Vincenzo, e di un demone piangente sottomesso a San Procopio. I rilievi raffigurano il Giudizio Universale e l’Aratura di San Procopio con il diavolo. Secondo i libri vaticani, entrambi i santi redensero 100 000 peccatori, convertirono alla fede cattolica migliaia di Saraceni ed Ebrei, resuscitarono molti morti e cacciarono molti demoni.

Bruncvík - la statua del cavaliere si erge su di un piedistallo nell’acqua (sotto il gruppo scultoreo di San Vincenzo Ferreri e San Procopio), con una spada dorata nella mano destra, lo stemma a fianco ed il leone sulle gambe. È stata scolpita nel 1884 da Ludvík Šimek secondo un frammento della statua originaria del cavaliere Rolando risalente al XV secolo. La statua, che simboleggiava i poteri cittadini, venne seriamente danneggiata alla fine della Guerra dei Trent’anni, durante le battaglie con gli Svedesi sul ponte Carlo. Il torso ed il piedistallo originari sono oggi conservati nel Lapidario del Museo Nazionale, nell’Area delle Fiere. Una leggenda dell’antica Boemia racconta che Bruncvík andò nei paesi stranieri per conquistare il diritto di migliorare lo stemma che avrebbe dovuto raffigurare un leone al posto dell’aquila nera originaria. Durante i suoi viaggi incontrò davvero un leone, che salvò da un drago a nove teste – e, da quel momento, il leone divenne un suo fedele compagno. Bruncvík aveva una spada magica che, secondo la leggenda, tagliava da sola le teste ai nemici. Dopo il suo ritorno a casa, la sotterrò nel ponte Carlo – l’avrebbe dovuta trovare San Venceslao nel punto in cui il suo cavallo avrebbe battuto la terra con uno zoccolo durante il suo passaggio sul ponte, mentre il sovrano stava correndo in aiuto del paese boemo. La spada avrebbe annientato il nemico, restituendo per sempre la pace alla Boemia. Si dice che, durante il restauro del ponte Carlo in seguito all’alluvione del 1890, sotto la pavimentazione sia stata veramente trovata una grande spada arrugginita.

San Nicola da Tolentino - autore Jeroným Kohl – 1708 (alcune fonti indicano suo figlio, Jan Bedřich); questo santo, vissuto a cavallo del XIII e XIV secolo, divenne famoso per i suoi miracoli e le guarigioni dei malati. A 18 anni entrò nell’ordine degli Agostiniani e poi si trasferì nella città italiana di Tolentino. La statua, raffigurante il santo che distribuisce il pane ai poveri, fu realizzata su ordine degli Agostiniani della chiesa di San Tommaso. Sul ponte c’è una copia del 1969 ad opera dello scultore Jan Jiřikovský. L’originale si trova nella sala Gorlice a Vyšehrad.

Santa Lutgarda o il Sogno di Santa Lutgarda - autore Matyáš Bernard Braun (1710); è la prima opera famosa di questo artista e la scultura migliore di tutto il Ponte Carlo. Il gruppo di statue in pietra arenaria, il cui modello potrebbe essere l’Estasi di Santa Teresa del Bernini, fu realizzato a spese dell’abate del monastero cistercense di Plasy, Evžen Tyttl. L’originale si trova nel Lapidario del Museo Nazionale, nell’Area delle Fiere. La copia è stata realizzata nel 1995 da J. Novák e B. Rak. Lutgarda visse a cavallo del XII e XIII secolo sul territorio dell’attuale Belgio e fece parte dell’ordine cistercense. Si fece suora dopo un’apparizione di Gesù Cristo che la invitò a seguirlo. Negli ultimi 12 anni di vita era cieca e, prima di morire, le apparve in sogno il Cristo in croce che la strinse a sé, facendole appoggiare la bocca al suo fianco ferito. Questo fatto viene raffigurato dal gruppo di statue di Braun.

 

San Adalberto - autore Michal Jan Josef Brokof, fratello maggiore di Fedinand Maxmilián, che probabilmente collaborò alla realizzazione della scultura (1709); la statua, avvolta in un mantello riccamente drappeggiato, si erge su un piedistallo con degli angioletti e lo stemma dello scabino – donatore della Città Vecchia, Marek Joanelli. L’originale si trova nella sala Gorlice a Vyšehrad. Sul ponte c’è una copia realizzata nel 1973 dagli scultori Vojtěch e Karel Hořínek.
Adalberto, appartenente alla dinastia degli Salvníkovci, fu il secondo vescovo di Praga, nonché il fondatore del monastero benedettino di Břevnov. Sopravvisse allo sterminio della sua stirpe per mano degli Vršovci solo perché in quel periodo si trovava a Roma. Dopo il suo ritorno andò a fare il missionario tra i borussi di Pomořany, dove morì da martire nel 997. Il santo viene venerato in tutta l’Europa centrale.

San Giovanni da Matha, San Felice da Valois e Ivan - autore Ferdinand Maxmilián Brokof (1714); questo monumentale gruppo di statue fu ordinato dal conte František Josef Thun a nome dell’ordine della Santissima Trinità, fondato nel XII secolo da San Giovanni e San Felice per riscattare i Cristiani dalla schiavitù pagana.
Su una roccia si erge San Giovanni con le catene spezzate, accanto a lui c’è San Felice e, un pò più in basso, l’eremita Ivan in qualità di rappresentante dei patroni del paese. Nella parte inferiore della roccia c’è una grotta chiusa da una grata con alcuni Cristiani imprigionati che vengono sorvegliati da un cane e da un Turco con frusta e sciabola. Dietro al Turco c’è un cervo con una croce tra le corna che ricorda l’epoca in cui i fondatori dell’ordine vivevano tra i boschi come eremiti e un giorno, durante una loro meditazione, la loro attenzione fu attratta dall’apparizione di un cervo con una croce rossa e blu sul capo.

San Venceslao - autore Josef Kamil Böhm (1859); la statua fu realizzata a spese di Pavel Alois Klár, figlio del fondatore dell’istituto di Klár per i ciechi, in occasione del 25° anniversario della fondazione dell’istituto.

 

Sul LATO DESTRO del ponte, in direzione della Città Piccola, ci sono queste statue:

La Madonna e San Bernardo - autore Matěj Václav Jäckel (1709); al centro del gruppo di statue, sorto su richiesta dell’abate del monastero cistercense di Osek, Benedikt Littwerig, c’è la Vergine Maria con Gesù Bambino; a destra, inginocchiato, c’è San Bernardo con la tonaca e, davanti a lui, un angioletto che tiene il cappello abbaziale. Sul lato sinistro ci sono gli angioletti e gli attributi della passione di Cristo: la croce, i chiodi, il martello e le tenaglie, un gallo e il velo della Veronica, in ricordo dell’episodio della passione in cui la donna porse a Gesù un velo per asciugarsi il sudore del viso, ed è proprio su questo velo che rimase miracolosamente impresso il volto di Cristo. Il gruppo di statue originale si trova nella sala Gorlice a Vyšehrad. Tra il 1978 ed il 1979, sul ponte venne installata una copia i cui autori sono M. Vajchr, V. Hlavatý, J. e P. Vitvar, M. Tomšej, A. Viškovská-Altmanová e J. Wolf.
San Bernardo era un teologo del XII secolo ed un importante rappresentante, nonché riformatore, dell’ordine dei Cistercensi. Per tutta la sua vita fu devoto alla Vergine Maria e scrisse la poesia Salve Regina, della quale Dante disse che in Paradiso veniva cantata dagli angeli.

Il Barbuto - è una delle nostre sculture pubbliche più antiche. In origine si trovava sulla terza arcata del ponte di Giuditta, dalla parte della Città Vecchia. Durante la costruzione a volta del braccio, fu estratta dal ponte ed inserita alla stessa altezza nella parete della riva del fiume tra il ponte Carlo ed il monastero dei cavalieri con la croce rossa. La statua del Barbuto fu il primo indicatore del livello dell’acqua dell’Antica Boemia. Si poteva infatti dedurre fino a dove l’acqua sarebbe arrivata in città, a seconda se il fiume saliva fino al mento, al naso, o alle orecchie della statua.

 

La Madonna, San Domenico e San Tommaso d’Aquino - autore Matěj Václav Jäckel (1708); entrambi i santi, fondatori dell’ordine dei Domenicani, ricevono un rosario dalla Madonna. Sotto la Madonna c’è un globo tra le nuvole e un cane simbolico con una fiaccola in bocca (Domini canes = cani del Signore). La statua originaria, realizzata a spese dei Domenicani della chiesa di San Egidio, si trova nel Lapidario del Museo Nazionale, nell’Area delle Fiere; sul ponte c’è una copia realizzata tra il 1958 ed il 1961 da V. Bartůněk e S. Hanzl.
San Tommaso d’Aquino è uno dei più grandi filosofi del Medioevo, nonché il fondatore della scolastica.

Il Calvario, la Santa Croce – il crocifisso era la prima scultura del ponte e si trovava qui già sotto il regno di Carlo IV; da quell’epoca fu sostituito alcune volte. Le statue in pietra arenaria della Vergine Maria e di San Giovanni sono state realizzate nel 1861 da Emanuel Max; il crocifisso attuale, in bronzo dorato, venne fuso a Dresda nel 1629 da H. Hillger, nel 1657 fu acquistato con la collaborazione di Karel Škréta e poi venne portato a Praga. Secondo la scritta sul piedistallo e secondo una leggenda, la scritta dorata in ebraico “Santo, Santo, Santo il Signore degli eserciti” (Kadosh, Kadosh, Kadosh, Adonai Tsebaiot) attorno al crocifisso, venne realizzata nel 1696, dal tribunale reale con i soldi ricavati da una multa pagata da un ebreo che aveva deriso il crocifisso. La leggenda, però, non dice la verità, poiché il condannato fu vittima di una falsa denuncia. Per i cittadini ebrei e per i visitatori della città, la scritta è inconcepibile e offende le loro convinzioni religiose; perciò, l’8/3/2000, sono state installate qui tre targhe con una scritta esplicativa ad opera dello scultore Vlastislav Housa.

Sant’Anna - autore Matěj Václav Jäckel (1707); il gruppo scultoreo rappresenta la santa nella sua figura tipica di “meterza”, cioè in compagnia di sua figlia, la Vergine Maria, e di suo nipote Gesù, che stringe il globo con una croce e viene cullato sul braccio di Anna. Con l’altro braccio, invece, la santa cinge la Vergine Maria, che alza lo sguardo verso di lei e le porge un mazzo di rose.
La statua fu realizzata a spese del conte Rudolf di Lisov, ciambellano e capitano della Città Vecchia; l’originale si trova nella sala Gorlice a Vyšehrad, mentre sul ponte si trova una copia realizzata nel 1999 da Vojtěch Adamec e Martin Pokorný.

Santi Cirillo e Metodio - autore prof. Karel Dvořák (1928 - 38); questo gruppo di statue si trova al posto di un altro gruppo scultoreo raffigurante Ignazio di Loyola (opera di Brokof), che durante l’inondazione del 1890 cadde nella Moldava (oggi, i frammenti ricomposti si trovano nel Lapidario nell’Area delle Fiere); il gruppo di statue esprime l’attività missionaria dei due santi ed il pensiero sull’unità delle popolazioni slave. L’autore era consapevole del fatto che la sua opera sarebbe stata confrontata con altre opere barocche, perciò la realizzazione di questa scultura gli portò via molto tempo. Tuttavia, riuscì a creare un’opera moderna che rispetta le sculture vicine. Il gruppo di statue è stato realizzato su decisione del ministero dell’istruzione in occasione del decimo anniversario della nascita della repubblica e, nel 1938, è stato installato sul ponte.

San Giovanni Battista - autore Josef Max (1855); la statua fu ordinata da J. N. Gemerich di Neuberk per sostituire il Battesimo di Cristo di Jan Brokof del 1706, che era stato danneggiato durante la rivoluzione del 1848 (oggi si trova nel Lapidario). Giovanni Battista, patrono dei Giovanniti (i Cavalieri di Malta), ha sul fianco sinistro una croce e una conchiglia che ricordano il battesimo di Gesù.
Nella sua rigidezza, la statua si differenzia dalle statue barocche dinamiche. Questa tendenza romantica della prima metà del XIX secolo (il nazarenismo) metteva in risalto il sentimentalismo e la semplicità delle linee, che dovevano aumentare l’effetto dei motivi religiosi.

San Norberto, San Venceslao a San Sigismondo - autore Josef Max (1853); in origine qui si trovava un gruppo di statue con San Norberto (fondatore dell’ordine dei Premostratensi), realizzato nel 1708 dall’officina di Brokof; nel 1764, dopo che venne danneggiato dai mitragliamenti dei prussiani, fu sostituito da un gruppo di statue di San Norberto con gli angeli ad opera Ignác František Platzer. Entrambe queste opere sono sparite, il loro aspetto è conosciuto solo tramite incisioni dell’epoca. Il gruppo di statue attuale, che poggia su un piedistallo neogotico, fu ordinato dall’abate di Strahov, il dr. J. Zeidler.
Nel XII secolo, San Norberto fondò l’ordine dei premostratensi; nel 1627, grazie all’abate di Strahov, Kašpar Questenberk, i resti del santo furono trasferiti a Praga e deposti nella chiesa dell’Assunzione della Vergine Maria di Strahov.

San Giovanni Nepomuceno - autore Jan Brokof (1683); è la scultura più antica del ponte. Il modello di legno (che oggi si trova nella chiesa di San Giovanni a Skalka) fu intagliato da Jan Brokof secondo un modello di argilla dello scultore viennese Matthias Rauchmüller; si dice che, durante la creazione dell’opera, l’artista si sia convertito dal luteranesimo alla fede cattolica. Il progetto basato sul modello di legno fu elaborato dall’architetto Jean Baptiste Mathey; il barone M. B. Wunschwitz lo fece fondere in bronzo dal fonditore di campane di Norimberga J. W. Heroldt. Questa statua di San Giovanni Nepomuceno è diventata un importante modello iconografico secondo il quale sono state realizzate (e continuano ad essere realizzate) altre statue del santo, sia da noi che in tutto il resto del mondo. La statua è completata da cinque stelle che circondano la testa del santo, da un rocchetto, da un crocifisso e dalla palma dei martiri. Si dice che le stelle siano apparse sulla superficie del fiume quando Giovanni Nepomuceno fu gettato in acqua. Simboleggiano le cinque lettere della parola latina “tacet”, che significa “tace”.
Sul rilievo sinistro del piedistallo c’è la confessione della regina Sofia, a destra viene raffigurato il momento in cui Giovanni Nepomuceno fu gettato nella Moldava, mentre al centro c’è la scritta e lo stemma in bronzo del donatore. La statua è alta 2,5 metri, pesa 20 quintali ed è costata 7000 fiorini. La statua venne inaugurata nel 1683, in occasione del trecentesimo anniversario della morte di San Giovanni Nepomuceno. Questo, però, non corrisponde al vero, poiché il santo fu annegato nel 1393. Giovanni Nepomuceno era molto popolare tra i poveri; per lui, i Gesuiti mettevano in secondo piano persino il ricordo di Jan Hus e di Jan Žižka. Sul punto del parapetto del ponte dal quale il santo fu gettato in acqua (tra la statua di Giovanni Battista ed il gruppo di statue dei patroni boemi) venne posta una lastra in marmo sulla quale fu fissata una doppia croce arcivescovile in ottone, anche questa con cinque stelle. Si dice che, ponendo una mano sulla croce in modo che ciascun dito tocchi una stella, si avveri un desiderio segreto. La statua di Giovanni Nepomuceno poggia su un piedistallo di tre pezzi nel quale ci sono tre targhe in bronzo: la prima rappresenta la confessione della regina Sofia, quella di destra rappresenta il momento in cui il santo è stato gettato in acqua e, in quella centrale viene indicato il nome latino del donatore della statua. Anche il rilievo sulla statua di San Giovanni Nepomuceno viene toccato dalla gente come portafortuna.
Giovanni Nepomuceno era il vicario generale dell’arcivescovo di Praga, Jan di Jenštejn. Nel 1393, su ordine del re Venceslao IV, venne martirizzato perché si era rifiutato di sottomettersi alla volontà del sovrano e di tradire il segreto confessionale della regina Sofia.

Sant’Antonio da Padova - autore Jan Oldřich Mayer (1707); la statua in pietra arenaria raffigura il predicatore, che indossa l’abito dei monaci francescani, con Gesù Bambino e un giglio; in precedenza, ai piedi del santo c’era una lanterna decorativa. La statua venne realizzata a spese del consigliere del burgraviato supremo del Castello di Praga, Kryštof Mořic Witthauer.
Sant’Antonio da Padova faceva parte dell’ordine dei Francescani ed era originario del Portogallo. Era un predicatore straordinario. Trascorse la maggior parte della sua vita ad Assisi e morì nel 1231 a Padova, dove, in seguito, venne edificata una cattedrale proprio sopra la sua tomba.

San Giuda Taddeo - autore Jan Oldřich Mayer (1708); la statua raffigura il santo, uno degli apostoli di Gesù, che tiene il Vangelo e la mazza con la quale venne ucciso dai pagani. La statua fu ordinata da František Sezima cavaliere Mitrovský.

Sant’Agostino - autore Jeroným Kohl; alcune fonti indicano il suo figliastro Jan Bedřich (1708); la statua raffigura il santo che tiene nella mano un cuore in fiamme e calpesta i libri eretici. Sul piedistallo c’è lo stemma dei donatori – gli Agostiniani. Oggi, l’originale della statua si trova nella sala Gorlirce a Vyšehrad, mentre sul ponte troviamo una copia del 1971 i cui autori sono J. Dušek, O. Velínský, A. Sopr e J. Hampl.
Sant’Agostino nacque nel 354 nell’odierna Algeria, era molto intelligente e amava divertirsi e fu solo grazie all’influenza del vescovo Ambrosio e alle sue focose predicazioni che si convertì al Cristianesimo; nel 396 fu nominato vescovo. Scrisse le regole della vita monastica, che in seguito costituirono il fondamento per molti altri ordini ecclesiastici.

San Gaetano - autore Ferdinand Maxmilián Brokof (1709); la statua raffigura San Gaetano con nuvolette e angioletti barocchi; dietro la statua del santo si trova un’alta colonna tetraedrica che simboleggia la Santissima Trinità. La statua sorse grazie all’ex convento dei Teatini di Praga. San Gaetano aveva fondato quest’ordine nel XVI secolo per aiutare la gente durante le pestilenze.

San Filippo Benizi - autore Michal Bernard Mandel (1714); l’unica statua di marmo del ponte Carlo. Fu realizzata a Salisburgo su richiesta dell’ordine dei Serviti, di cui faceva parte anche l’autore della scultura. Sul ponte fu installata l’opera già pronta. San Filippo era un predicatore talmente fervente che venne nominato vicario generale dell’ordine; sarebbe dovuto diventare anche papa, ma rifiutò l’incarico (questo fatto viene ricordato dalla tiara papale posta dietro la sua gamba destra). Nella mano sinistra tiene un crocifisso, un ramoscello e un libro.
Nel 2000 si è concluso il restauro della statua. Uno dei restauratori, Jiří Diviš, ha realizzato un piedistallo completamente nuovo utilizzando 4 pezzi di pietra arenaria di Božanov (peso 3,5 t, altezza 1,8 m). Gli scultori Michal Tomše e Jiří Kaifosz hanno restaurato la statua a spese dei coniugi Liechtenstein.

San Vito - autore Ferdinand Maxmilián Brokof (1714); la statua fu realizzata a spese del decano di Vyšehrad Matěj Vojtěch di Löwenmacht. La statua raffigura San Vito vestito da legionario romano (era originario della Sicilia, visse nel III secolo) che si erge su una roccia dove ci sono dei leoni ai quali era stato gettato in pasto affinché venisse ucciso. Le belve, però, si accucciarono docilmente ai suoi piedi. In precedenza era stato calato in un calderone di pece bollente, ma ne uscì illeso. Alla fine fu incarcerato e martirizzato così a lungo finché morì.
San Vito è il patrono della terra boema e il protettore delle persone che soffrono di epilessia, dei ballerini, degli attori e dei comici. Il principe Venceslao ottenne dall’imperatore Enrico un osso della spalla del santo e fece costruire una cattedrale in suo onore.

San Cosma e San Damiano con Cristo Salvatore - autore Jan Oldřich Mayer (1709); il gruppo di statue sorse su richiesta della facoltà di medicina (i Santi Cosma e Damiano sono i patroni dei dottori); entrambi i santi indossano i vestiti dell’epoca dei professori dell’università praghese e tengono in mano recipienti con le medicine e le palme dei martiri. Al centro c’è Gesù Cristo – il Salvatore del mondo. Nella scritta sul piedistallo, l’autore paragona Cosma ad Ippocrate e Damiano a Galeno.

Attualmente, il ponte viene amministrato dall’Associazione degli artisti del ponte Carlo, mentre le sculture vengono gestite dalla Galleria della Città di Praga.
Il ponte Carlo è un monumento culturale nazionale.

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Information source: Prague City Tourism